Rebecca Horn, scultrice, performer, regista, è una figura di spicco della scena artistica mondiale. Vive e lavora in Germania. Artista poliedrica e sofisticata, divenuta famosa a partire dagli anni Settanta per le sue performance e installazioni, Rebecca Horn realizza anche disegni, fotografie, video e, da qualche anno, testi letterari e regie teatrali. Un elemento ricorrente nelle sue opere è la relazione tra il corpo e lo spazio, il movimento e la musica, con particolare attenzione all'interazione tra l'oggetto, lo spettatore e lo spazio.
Per Horn, il corpo è storia e la storia è il corpo. “Il lavoro di Horn [è una testimonianza] della sua consapevolezza del mondo in cui brutalità e dolore sono inseparabili da una tensione drammatica”, dice Müller. Per la maggior parte delle persone, la risposta alla nostra incapacità di cambiare il nostro passato e, per molti versi, anche di cambiare qualcosa del nostro futuro, è quella di fingere di avere più potere di quello che abbiamo, di rivendicare il controllo anche quando non ce l'abbiamo. Ma per altri, come mostra l'arte di Horn, la soluzione all'assenza di controllo esistenziale è quella di mettere in atto la violenza e il dolore che si può, per affermare il controllo a qualsiasi costo.
Pencil Mask, 1972
Legata al viso, questa maschera trasforma la testa di chi la indossa in uno strumento per disegnare. Horn ha descritto come indossarla: Tutte le matite sono lunghe circa due pollici e producono il profilo del mio viso in tre dimensioni... Muovo ritmicamente il mio corpo da sinistra a destra davanti a una parete bianca. Le matite fanno dei segni sul muro la cui immagine corrisponde al ritmo dei miei movimenti”. Le matite simili a punte rendono questa opera una delle più minacciose di Horn.
“Devi credere in qualcosa e devi darlo al mondo. La maggior parte delle persone vive in una piccola prigione nella propria mente”.