Kluas Karl Mehrkens

Dal 08 Luglio al 16 Agosto 2023

Cripte del duomo di Città della Pieve, Perugia

Nell'ambito delle celebrazioni per il 500 anniversario della morte del Perugino,
la Bramo Srls presenta la mostra

Leggera anzi leggerissima LUCE

 


Leggera anzi leggerissima LUCE
personale di Klaus Karl Mehrkens

Dopo mesi di affettuoso ed esaltante studio dell'opera del Perugino, Klaus Karl Mehrkens rende omaggio al Maestro rinascimentale con sei opere pittoriche. Lo fa con una mostra – nel cinquecentenario della sua morte - proprio nella città natale di Pietro Vannucci: dall’8 luglio al 16 agosto sarà possibile ammirare la mostra “Leggera anzi leggerissima LUCE presso le Cripte del duomo di Città della Pieve. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni dalle 9 alle 18.30. L’ingresso è libero. 

Cosa significa oggi rendere omaggio o celebrare un artista rinascimentale di immensa statura, un artista che ha dedicato la propria vita e la propria arte a trasdurre il mondo statuario, fermo, immodificabile persino dalla storia, mai totalmente intellegibile o fruibile di Piero della Francesca verso la grazia umana, serena, rappacificante, totalmente godibile di Raffaello?

Mehrkens, pittore tedesco naturalizzato umbro, sa come misurarsi con l'imponderabilmente grande. Egli ha ben chiaro come l'unica forma di trasduzione sia costituita da una recondutio ad minimum ovvero cercare un unico elemento, una sola qualità tra le tante che hanno reso grande Pietro Vannucci e tentare di aprirla al senso contemporaneo dandogli una scrittura forse di non immediata lettura ma di profonda e perfetta intuibilità.

Ecco perché ha scelto di descrivere e narrare, con sei opere pittoriche, la luce che il Perugino rubò - novello Prometeo - a Piero della Francesca e il colore roseo degli incarnati e dei volti delle figure del suo discepolo Raffaello.

La luce che Pietro Vannucci rubò a Piero della Francesca era una luce zenitale, totalmente presente sulla superficie pittorica senza alcuna indicazione di provenienza o di destinazione. Una luce che è in sé per sé, capace solo di manifestarsi senza manifestare il trascorrere del tempo. Quasi fosse sempre ed esclusivamente mezzogiorno! Si tratta di una luce a valenza surreale o iperreale che incede nella scena pittorica come una protagonista e non come una comparsa secondaria né come uno strumento di esaltazione di altre figure o, nella sua rappresentazione negativa, come ombra, di privazione di rilievo. "Ombra mai fu" scrisse Georg Friedrich Handel nell'aria iniziale dell'opera Serse ed ombra mai fu nella luce di Piero o nei cieli del Perugino, totalmente pieni di luminosi, aerei ma fermi, celesti.

Mehrkens rende oggi omaggio a quei cieli, aleggiando sulla tela celesti o colori sintonici, che hanno la capacità di espandersi come gas aerei nello spazio di senso e negli orizzonti della percezione contemporanea. Nulla può fermare quell'espansione, nulla può supportarla matericamente, nulla può tracciarne i confini e conferirgli forma. Essa è soffio, se volete anima, leggerezza, sensazione o forse ancora levitazione.

Il rosa è colore difficile, rischioso, di complessa realizzazione e di fraintendibile lettura. Sotto il cielo che Perugino rubò a Piero della Francesca, sotto quel cielo Raffaello collocò le sue madonne, costruendo piramidi di bellezza, non algidamente ma sensualmente rese, attraverso il roseo incarnato dei volti e della pelle morbida e luminosa dei bambin Gesù e dei San Giovannini. Celeberrimo il rosa che circonfonde l'incarnato degli angioletti, distratti e distraenti, della Madonna Sistina. Questi rosa, quegli incarnati, deprivati di forma, sostanza, limiti ma amplificati sia nel senso che nella percezione del colore, sono resi da Mehrkens nelle opere in mostra. Rosa sensuale quello di Klaus, da contemplare, da non toccare, da amare senza poter baciare; un rosa distante per l'altezza della propria e non nascosta bellezza.

Dobbiamo ringraziare Klaus Karl Mehrkens per l'amorevole studio con cui si è avvicinato all'opera del grande Maestro di Città della Pieve, facendosi percettore, propagatore ed amplificatore di alcune sue note di colore che ancora oggi rendono bello il mondo fisico e l'universo dell'arte. 

La mostra è organizzata dalla Bramo Srls, in collaborazione con l’associazione Euke, ha il patrocinio del Comune di Città della Pieve. Media partner sono il Corriere Pievese, L’ora del Trasimeno, Seilatv.  


Nota biografia sull’autore:

Klaus Karl Mehrkens è nato a Brema nel 1955. Nel 1977 si iscrive alla Hochschule für Bildende Künste Braunschweig e diventa allievo di Alfred Winter-Rust e Hermann Albert. Durante questi anni ha modo di frequentare e osservare da vicino il lavoro di artisti come Markus Lupertz e George Baselitz. Approda a Milano alla fine del 1985. Nel capoluogo lombardo entra in contatto con lo scrittore, drammaturgo e critico dell'arte Giovanni Testori. Verrà inserito nel gruppo chiamato dallo stesso Testori il Gruppo dei Nuovi Ordinatori (Albert, Chevalier, Schindler) in contrapposizione al gruppo dei Nuovi Selvaggi (Hodicke, Fetting, Zimmer Salomè). Negli anni l'attività continua con mostre in Italia e all'estero. Attualmente vive e lavora a Limiti di Spello, dove prosegue la sua ricerca artistica e di pensiero. 

Per ulteriori informazioni: 

Ufficio stampa: Associazione Euke 

e-mail: associazione.euke@gmail.com – cellulare: 335/7753763