BIOGRAFIA ARTISTI

IV TOSHAIN

Iv Toshain è un'artista austriaca nata dietro la cortina di ferro a Sofia nel 1980. Da bambina ha vissuto con la famiglia in Iraq e poi in Libia. "La cicatrice sulla guancia destra risale a quel periodo: mi sono ferita mentre giocavo in un bunker. Solo di recente ho capito che si trattava della guerra tra Iraq e Iran". Dopo aver studiato all'Accademia Nazionale d'Arte di Sofia, aver completato il master class di Franz Graf all'Accademia di Belle Arti di Vienna e aver conseguito una specializzazione all'Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, ha partecipato a numerose mostre collettive e personali sia a livello nazionale che internazionale.

L'arte di Iv Toshain opera all'intersezione tra installazione, scultura, pittura, performance e attivismo. Stelle, lame, armi e modelli la ispirano e sono elementi centrali del suo lavoro. Anche scritte, slogan e messaggi giocano un ruolo importante, incarnando nozioni astratte della sua visione del mondo. "La stella diventa un elemento centrale dell'opera di Toshain, poiché la sua illusoria brillantezza cattura l'ambiguità di fondo di ogni concetto di bellezza". Mario Mauroner, Arte contemporanea, Salisburgo.

La scultura monumentale in acciaio "Nomos Basileus", esposta al Museo Belvedere nel 2015 e al Museo Lentos nel 2017, segna una tappa significativa nella carriera di Iv Toshain. La stella del mattino sovradimensionata simboleggia Venere, la stella della sera Lucifero. I termini "Nomos" (legge) e "Basileus" (re) si riferiscono ai temi della legge e della violenza. Nel 2021, la sua prima mostra museale personale "Nullity is the only revolt" è stata inaugurata al Museo d'Arte Moderna di Tbilisi, in Georgia. L'installazione site-specific (4 x 6 x 20 metri) consiste in tre chilometri di catene di alluminio strettamente distanziate, che ricordano le bandiere e sono dotate di ghigliottine alle estremità. Le bandiere funzionano come strumenti simbolici che riflettono le basi delle ideologie statali, le dottrine, i concetti, gli ideali, i valori e le componenti del sistema politico. La scultura affronta aspetti attuali come la globalizzazione, la libertà e la democrazia. In occasione della sua ultima mostra personale nel 2024 presso la Sala del Cannone della Rocca Paolina di Perugia, Iv Toshain ha presentato una nuova installazione site-specific: un tappeto di 5 x 4 x 0,3 metri realizzato con 2000 lame d'acciaio affilate. Il linguaggio visivo crudo e tagliente dell'opera riflette la dura realtà e i conflitti con cui ci confrontiamo a livello globale. La stessa storica Sala Cannoniera, con i suoi muri in pietra di importanza storica, è stata anche la sede di una mostra innovativa di Albert Burry e Joseph Beuys nel 1980.

ALESSANDRO SARTEANESI e MOIRA CHIAVARINI

Alessandro Sarteanesi

Moira Chiavarini, laureata presso La Sapienza di Roma con una tesi magistrale sugli scritti di Claudio Parmiggiani, è redattrice per Magonza editore da ottobre 2014, dopo aver collaborato con Fundacja New Era Art a Cracovia presso Pracownia pod Baranami. Dal 2012 al 2014 lavora come redattrice presso "Arte e Critica". Vincitrice di una borsa di collaborazione, all'inizio del 2012 lavora al MLAC Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea - La Sapienza di Roma. Nel 2011 collabora alle ricerche storico-artistiche della nuova guida museale per la GNAM - Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, all'allestimento del nuovo ordinamento, alla mostra “Arte in Italia dopo la fotografia” e alle visite guidate “La memoria del bello” per persone affette dalla malattia di Alzheimer.

SERGIO LOMBARDO

Sergio Lombardo inizia il percorso artistico giovanissimo, più precisamente alla fine degli anni cinquanta; realizzando i suoi primi lavori monocromi, tessere di carta incollate su tela e verniciate con stesure a smalto. Esordisce in una mostra collettiva nel 1958 al Premio Cinecittà di Roma, dove incontra Francesco Lo Savio, Mario Schifano, Renato Mambor, Cesare Tacchi e Tano Festa.

Nel 1961 Lombardo inizia a realizzare il ciclo di opere Gesti Tipici, dipingendo dapprima in bianco e nero e successivamente a colori, in formato superiore a quello reale, alcuni dei più importanti personaggi politici dell'epoca, evidenziandone i caratteri emblematici e suggestivi. Durante questo periodo artistico aderisce al gruppo della Scuola di Piazza del Popolo, movimento artistico al quale parteciparono artisti come Mario Schifano, Jannis Kounellis, Tano Festa, Franco Angeli, Renato Mambor, Cesare Tacchi, i quali si riunivano a Roma intorno al Caffè Rosati e alla galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis. Nel 1963 espone alla Galleria La Tartaruga con Renato Mambor e Cesare Tacchi, mentre nel 1964 partecipa alla collettiva Otto giovani pittori romani.

Dalla metà degli anni sessanta realizza il ciclo dei Supercomponibili, che nel 1968 presenta alla galleria La Salita di Roma e al Salone Annunciata di Milano. Questi anni segnano una forte partecipazione all'estero in rassegne tematiche e collettive tra le quali nel 1967 al Museo Nazionale d'Arte Moderna di Tokio, nel 1968 al Jewish Museum di New York e nel 1969 al Centre Georges Pompidou di Parigi.

Nel 1970 alla 35. Mostra Internazionale d'Arte, la Biennale di Venezia espone Sfera con Sirena, opera ambientale composta da sette sfere che al minimo spostamento emettevano un suono di sirena d'allarme.

Dagli anni ottanta elabora la pittura Stocastica, procedure automatiche di creazione artistica. Espone in numerose mostre tra le quali la mostra personale del 2004 alla Fondazione Mudima di Milano e nel 2011 alla collettiva Capolavori italiani uno sguardo sul novecento al Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Negli anni '80 insegna all'Accademia di Belle Arti di Frosinone.

PINUCCIA SARDI

Pinuccia Sardi si è laureata in Storia dell'arte moderna all'Università di Torino. È coautrice di diverse pubblicazioni e lavori di ricerca, in particolare sui temi delle politiche culturali, del sistema dell'arte e del territorio. Nel 2013 è stata nominata mediatrice culturale per la campagna di Matera Capitale Europea della Cultura, svolgendo attività di progettazione nell'ambito di questo ruolo. Tra il 2007 e il 2014 è stata docente del Master in Gestione, marketing e multimedialità dei beni e delle attività culturali presso il Corep di Torino. Fino al 2010 ha collaborato con il quotidiano "La Stampa" come giornalista d'arte contemporanea. È membro fondatore di a.titolo. Dal 2017 Lisa Parola è direttore artistico di un programma culturale biennale per la Fondazione Sardi per l'Arte e attualmente collabora con artisti come Fatma Bucak e istituzioni come l'Università di Torino e la Fondazione Merz.